Alex nasce nella Berlino Est di fine anni '60. La sua è una famiglia come tante altre,
una coppia di genitori che si amano, una sorella dolce e gentile.
Suo padre un giorno però non fa ritorno da un viaggio all’ovest.
Christiane, la madre, abbandonata dal marito, supera il dolore dedicandosi alla causa del socialismo.
Fermamente convinta dei valori del partito, che limitano le libertà del singolo, ma che offrono in cambio
sicurezza e definizione del senso della vita.
Christiane crede che il socialismo possa rendere migliore il mondo.
Con gli anni diviene esponente, sebbene non di primo piano, del partito socialista, tanto da permettersi
di aiutare amici e vicini di casa scrivendo lettere al partito, nelle quali denuncia storture e mal funzionamenti
della burocrazia e del regime.
Nell' ottobre dell' '89 la Germania Est, come il resto dei paesi del blocco orientale, è in fermento.
La sera stessa della parata militare in onore dei 40 anni della nascita del paese, Alex si ritrova
in strada a manifestare, insieme a molti altri concittadini, per
"la libertà di fare quattro passi senza muri tra i piedi",
come lui stesso racconta.
La manifestazione viene sedata dalla polizia e la madre ha la sfortuna di vedere Alex mentre viene arrestato.
A causa di un infarto, entra in coma.
Intanto, il muro cade per davvero
insieme al regime, cedendo il passo all’ avvento del mondo occidentale
e a un nuovo benessere (non per tutti e faticoso da conquistare
). Quando Christiane si risveglia miracolosamente
dal coma, suo figlio Alex, per evitarle lo shock del cambiamento, decide di nasconderle i fatti accaduti.
Nella camera da letto Alex ricostruisce un microcosmo irreale ed ideale, dove rivive il socialismo (il titolo originale è
"La DDR in 70 metri quadri"). Un’ isola felice rimanda l’immagine di un socialismo glorioso e idealizzato, che nella
realtà non è mai esistito, se non nelle intenzioni e nelle speranze di onesti cittadini che credettero nei suoi valori.
Fuori le insegne della Coca Cola invadono gli spazi, una miriade di cibi provenienti dall’estero riempiono i supermercati
(mandando in crisi Alex, alla perenne ricerca di barattoli dei vecchi cibi dell' Est), e i simboli del potere decaduto vagano
(letteralmente) nell’ aria.
L' affetto col quale Alex fa di tutto per evitare alla madre di scoprire la realtà è una delle cose più belle del film.
In questa difficile missione, verrà aiutato dal suo amico Denis, anche lui elettricista, appassionato di cinema e che vuol
diventare un regista. Denis avrà un compito molto importante: girare nuovi telegiornali da far vedere a Christiane.
Altra cosa piacevole del film è che i protagonisti, nel dare una mano, si ritroveranno a fare quello che realmente
vorrebbero fare nella vita
Anche le protagoniste femminili sono importanti e daranno il loro aiuto: sia la sorella, per la verità assai perplessa,
sia l' infermiera russa Irina, dolce e decisa, della quale Alex s' innamorerà. Ricambiato
Alex si muove tra le strade di Berlino e i suoi luoghi del passato a volte spettrali e decadenti (i quartieri residenziali e periferici),
altre volte proiettati verso un futuro ancora da venire (il Palais de la Republique, simbolo della DDR, i Platten Bau, il quartiere
della Friederichsheim). Alla sceneggiatura si aggiunge la bravura degli attori, credibili ma non dimessi, nonché un vezzo divertente
dell’autore che cita apertamente, e non, Stanley Kubrick: il nome del protagonista, la scena citata di “2001 Odissea nello spazio”,
l’urlo di Alex sul balcone del palazzo, per la vittoria della Germania ai mondiali del '90, la scena in cui Alex e Denis rimettono
i vecchi mobili nella camera da letto di Christiane.
Indimenticabili diverse scene: quando Christiane vede l' elicottero in cielo portar via la statua di Lenin; così come i fotogrammi finali,
nei quali Alex racconta alcuni spaccati di vita nella Germania Orientale sullo sfondo di alcune immagini della città.
Un film bellissimo secondo me.
Un ringraziamento ai siti
tempimoderni.com e
caffeeuropa.it[Modificato da macallan 17/08/2006 16.53]