confronto tra "The Rising" e "Devils & Dust"

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macallan
00sabato 11 giugno 2005 15:09
Tratto da un articolo del Corsera a firma Mario Luzzatto Fegiz.

THE RISING

Era un disco pervaso di amor patrio, caratterizzato da un' elaborazione positiva del
lutto, assertivo al punto di diventare un inno alla riscossa, vicino a composizioni
epiche come "Born To Run".
Il linguaggio era quello esplosivo del rock, la speranza, l' amore e la solidarietà erano
i temi dominanti. Il dolore, in canzoni come "Empty Sky", veniva sublimato senza risentimento.
La "E" Street Band era utilizzata con tutto il suo potenziale spettacolare e sonoro.
E il patriota Bruce destinava ingenti somme alle famiglie dei pompieri deceduti.

DEVILS & DUST

Quattro anni dopo la creatività di Bruce cambia toni e atmosfere. "Ho sfiorato il grilletto con le
dita/ Ma non so di chi fidarmi (...) Ma cosa fai se ciò che fai per sopravvivere/ uccide le cose che
ami".

Questi versi di "Devils & Dust", il brano che da' il titolo all' ultimo album, rappresentano la sintesi
dell' attuale pensiero di Bruce Springsteen sugli Stati Uniti che, feriti dalla tragedia delle Torri
Gemelle, reagiscono incattivendosi contro gli stranieri,
promuovendo guerre e utilizzando strumenti lontani non solo dalle convenzioni internazionali, ma
anche dallo stesso spirito dei padri fondatori della Costituzione.
Perchè? Lo spiega ancora Bruce in un altro verso della canzone: "La paura è un' arma potente...
sa rendere il tuo cuore oscuro/ Prenderà la tua anima piena di fede/ e la riempirà di diavoli e
polvere".

[Modificato da macallan 11/06/2005 15.12]

macallan
00sabato 11 giugno 2005 15:19
Il Boss è sempre stato attento ad ogni iniziativa a carattere sociale e umanitario. Quindi non meravigli, in chi non lo conosce, il suo sostegno alle famiglie dei pompieri.
Così come non deve meravigliare l' impronta fortemente sociale del nuovo album, questo sacrificio dei valori caratteristici della società americana (di una parte almeno), in nome della lotta al terrorismo internazionale.
Springsteen ci ha abituati da tempo a canzoni (o almeno dichiarazioni), di denuncia.
E' rimasta famosa, l' intervista nella quale diceva, riferendosi ai commenti favorevoli che l' allora presidente Reagan aveva fatto su "Born In The USA"... "forse il presidente non ha letto bene il testo della canzone".
Ancora, ai tempi di Clinton e del suo tentativo di riformare lo stato sociale così com'era dai tempi del "New Deal", Springsteen rilasciò dichiarazioni preoccupate nel corso di un' intervista a Carlo Massarini (fatta in occasione del lancio del Greatest Hits e della riunione con la band storica, ho la videocassetta di quell' evento, raccontato da Massarini appunto...e guai a chi la tocca!).
"Stanno smontando lo stato sociale e le politiche assistenziali che lo caratterizzavano (...) lo stanno facendo davanti ai nostri occhi".
Da lì a pochi mesi ecco uscire "The Ghost of Tom Joad".
Dove il Boss descrive "la fila per il ricovero che fa il giro dell' isolato/ benvenuti al nuovo ordine mondiale/ Famiglie che dormono in macchina nel sudovest/ Nè casa nè lavoro nè sicurezza nè pace."
Il suo modo, allora come oggi, di denunciare quello che accadeva, e che per lui sono errori, è scrivere un album "solo", a tratti tenebroso, di forte impatto sociale.

[Modificato da macallan 11/06/2005 15.20]

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