Sono i primi di ottobre del 1975, Bruce Springsteen ha
solo 26 anni e tenta di scrivere il più grande album rock
di tutti i tempi e, incredibile, ci riesce!
Born To Run arriva nei negozi dopo essere stato preceduto,
di alcune settimane, dal singolo che da' il titolo all' album
e che, oggi, è riconosciuta come la miglior canzone rock di
tutti i tempi (come stabilito nel '95 da una giurìa riunita
dal quotidiano The Times e dall' emittente BBC).
La foto dell' album, in bianco e nero, trasuda rock e carisma.
Esattamente ciò che contengono le canzoni: un sound che negli
anni '70 sembrava dimenticato, resuscitato con una passione
intramontabile. Springsteen nel '75 riesce a radunare tutte le
varie anime del rock, divise ormai da anni. Un lavoro immenso
che gli vale il titolo di re del rock, trono vacante dai tempi
di Elvis, e consegna altresì lui e questo album alla storia
Born To Run è un album di fuga, come lui stesso lo definisce,
erede dell' affascinante spirito d' avventura della tradizione
americana. Le canzoni parlano di auto e ragazze, di gare, o di
avventure urbane, narrate con la spettacolarità e la proprietà
di linguaggio di Roy Orbison, o di registi come De Palma e
Scorsese, nonchè l' irresistibile forza suggestiva di Dylan.
A differenza dei primi due album, in questo Il Boss inizia a
narrare una storia compiuta, nella quale i protagonisti sono
sempre due ragazzi, non sempre insieme e non sempre innamorati,
ma che attraversano tutta l' opera discografica del Boss.
Caso unico nella storia della musica, ogni suo album inizia
là esattamente dove si è conluso il precedente.
In questo album i personaggi invitano a scappare con loro,
in una romantica fuga notturna.
Il protagonista può star cercando di convincere Mary, all' inizio
di "Thunder Road", a lasciarsi alle spalle tutto ciò che la lega
al passato. Un invito a lasciare questa città di perdenti, a
scappare per vincere
Questa è una delle canzoni mito
della sua discografia, un qualcosa che cattura l' ascoltatore.
La vibrante "Backstreets", con il suo formidabile sviluppo
drammatico, racconta un tradito amore di gioventù.
La fine di questa storia costringe entrambi ad ammettere che le
promesse che si erano fatti erano irrealizzabili, erano solo dei
sogni destinati a svanire di fronte all' amarezza della vita
reale, uguale a quella di ogni altra persona.
Il punto chiave di questa opera è, però, la canzone dalla quale
è tratto il titolo del disco, un inno al divertimento alla
disperata, che puzza di benzina e lubrificanti. E' il suono di
chitarre che urlano selvaggiamente, spinte dagli eroi che
popolano le autostrade di quel mondo magnifico e irreale.
"le ragazze si aggiustano i capelli negli specchietti retrovisori,
e i ragazzi provano i loro sguardi da duri..."
"Voglio morire sulla strada con te stanotte, in un bacio inseparabile"
"Le autostrade sono intasate da eroi distrutti, alla guida della
loro ultima possibilità, sono tutti in fuga stanotte, ma non
c'è rimasto un posto dove nascondersi;
Insieme, Wendy, possiamo vivere anche con la tristezza,
ti amerò con tutta la pazzia che ho nella mia anima.
Un giorno ragazza, non so quando, raggiungeremo quel posto,
dove davvero vogliamo andare e cammiremo sul sole, ma fino
ad allora i vagabondi come noi, sono nati per correre"
Dopo questo, arriviamo al quarto punto chiave dell' album, il
finale, un finale da sogno
Preceduta da "Meeting Across The River", ritratto di un
ragazzo che si trova davanti al fatto che potrà cambiare la
sua vita, ma dal quale con tutta probabilità uscirà malconcio,
se non addirittura morto, "Jungleland" è la più prodigiosa
dimostrazione della capacità creativa e suggestiva del disco.
Un' epopea, una storia compiuta, che riprende lì dove era
finito l' antefatto, narrato in "Incident on 57th Street".
Spanish Johnny adesso è il Topo Magico, lui e la sua ragazza
sono inseguiti da una gang nemica e le "backstreets" stanno
per essere avvolte dalle fiamme, per trasformarsi
"in un vero
valzer mortale". Finiranno per essere feriti,
"nemmeno morti" ,
nell' epico finale di questa stupenda opera in autostrada
Il resto dei brani non è meno memorabile, ma impallidisce di
fronte alla grandezza di questi quattro pezzi.
La romantica "She's The One", con il suo tocco alla Bo Diddley,
crea l' atmosfera perfetta per trasportarci fino alla grandiosa
scena finale. "Tenth Avenue Freeze Out", uno dei brani che più
mi piacciono, è il momento più ottimista dell' album, una festosa
ricostruzione dello spirito Stax, mentre "Night" racconta con
passione, sotto un suggestivo sfondo notturno, la fuga da
tutto, da un lavoro, da un capo insopportabile. Il riscatto,
correndo in auto durante la notte, da una vita frustrante.
Superando il milione di copie vendute, "Born To Run" colloca
Springsteen in cima al mondo. Un disco d' oro e le copertina
di "Time" e "Newsweek", nonchè la celeberrima frase, immortale,
scritta sul "Rolling Stone" dal critico musicale (che poi diverrà
suo manager e amico fraterno) Jon Landau:
"ho visto il futuro
del rock&roll, il suo nome è Bruce Springsteen".
[Modificato da macallan 12/11/2005 16.41]