e per finire, inserisco l' intervista di presentazione
del programma fatta a Cinzia.
Anche questa prelevata dal sito
Rai International
Cinzia Tani presenta le novità de "Il Caffé" e racconta il suo romanzo "L'insonne"
Cinzia Tani alla conduzione de "Il Caffé"... che effetto fa?
Sono molto contenta di condurre "Il Caffè", agli inizi mi occupavo di un programma di cinema dedicato ai grandi protagonisti dello schermo, poi ho cambiato molti generi su Rai International, "Brava Gente", "Sabato Italiano", "Questa Italia" e, l'anno scorso, "L'Agenda Italiana" che era un programma di attualità. L'approfondimento culturale è la mia vera passione.
Di che cosa si occupa la nuova edizione de "Il Caffé"?
Ovviamente le mostre devono essere presenti per restare sull'attualità ma dedichiamo anche grande interesse alla letteratura e al cinema. Un tema molto interessante è analizzare il successo di un film tratto da un romanzo. Ad esempio De Cataldo - Placido con "Romanzo Criminale", mi piacerebbe molto averli entrambi in studio. Poi mi interessa il fumetto.
Cinzia Tani è stata anche autrice di fumetti...
Sì, per questo mi viene in mente. E' un aspetto della cultura di cui si parla poco. Esistono tante sfumature, tanti generi che è interessante esplorare.
Tanti generi sono la specialità di Cinzia Tani: giornalista, scrittrice, conduttrice, che cosa la appassiona di più?
La cosa che in assoluto mi piace di più è studiare. Sono sempre stata una secchiona. Per me la felicità è potermi chiudere nello studio a fare ricerca.
Però non ha molto tempo per "stare chiusa" a studiare...
Sì, ma proprio perché il lavoro mi porta fuori la mia gioia è dedicarmi allo studio. Per esempio per la puntata sull'Ara Pacis ho cercato tutte le informazioni su Augusto. La mia passione è studiare, il resto - scrivere, condurre - è trasmettere e divulgare quello che ho imparato.
A proposito di scrittura, com'è nata l'idea de "L'insonne", il suo romanzo pubblicato da Mondadori?
"L'insonne" è il mio primo vero romanzo, dopo i due giovanili ho scritto solo saggi. Mi piace molto inventare le storie, è un romanzo nel senso di fiction ma ambientato in un contesto storico preciso. E' epico perché parla di grandi passioni come odio, vendetta e amore ma è calato nella realtà di Berlino nel 1945 e di Parigi nel 1960. Mi sono documentata e mi sono chiesta come mai i nazisti non avessero mai fatto esperimenti sul sonno.
Quanto sono segnati dal contesto storico i personaggi?Molto. La Storia con la s maiuscola condiziona la vita dei singoli che si formano in quel contesto storico. La cupezza di quello che hanno subito, l'orrore determinano le reazioni di ciascun personaggio.
E il tema del sonno?
Ero partita proprio da quello, io non sono un insonne e mi sono sempre chiesta come sia la vita di chi non riesce a dormire. Poi, visto che stavo studiando il periodo del nazismo, mi sono chiesta perché i nazisti non avessero mai fatto esperimenti sul sonno e mi sono documentata con uno scienziato americano che studiava proprio questo.
Quali sono gli autori che ama di più?
Io vado per letterature. Quella che sento più vicina è la letteratura francese. Adoro la Francia, Parigi è la mia seconda città preferita. Adoro molto Simenon, poi naturalmente Flaubert. Io insegno scrittura creativa, per me "Madame Bovary"è un libro di testo, è perfetto. Poi mi piace Fitzgerald, "Il grande Gatsby" è un capolavoro. Tra gli scrittori di oggi i miei preferiti sono Ian Mc Ewan, Paul Auster e Javier Marias.
E tra gli italiani?
Noi non abbiamo una tradizione del romanzo, Calvino forse è l'ultimo che ho amato, poi Pavese, sul quale ho scritto la tesi. La Mazzantini ha scritto un romanzo vero, che poteva piacere o non piacere ma che era proprio un Romanzo, con un punto di vista nuovo su qualcosa che può sempre accadere, il tradimento.