Telepiù nr 40 del 1 ottobre 2006
Credo ancora nelle favole.
E Fabrizio è il mio "principe azzurro"
Torna il “contenitore” mattutino con Elsa Di Gati, affiancata ancora una volta da Frizzi. «Un collega straordinario e anche un grande amico», dice lei, «una rarità in questo ambiente»
di Laura Magnetti
«Cinque anni, tre mariti», scherza Elsa Di Gati, alludendo ai partner che l’hanno affiancata a «Cominciamo bene»: Toni Garrani, Corrado Tedeschi e l’ultimo, Fabrizio Frizzi, che ha debuttato la scorsa edizione e che torna con lei su Raitre dal 2 ottobre. «Un collega straordinario che è diventato anche un amico», dice lei, «ed è una rarità in questo ambiente».
Perchè questo cinismo?
«Perché Fabrizio è uno dei pochi corretti, non è uno di quelli che sgomitano davanti alla telecamera per farsi inquadrare due minuti in più».
Si vuoi togliere qualche sassolino dalla scarpa?
«No, nomi non ne faccio, ma non sa quanti - anche uomini - si comportano così!».
Passiamo al programma: qualche novità?
«Tante. A cominciare dalla particolare location da dove andremo in onda nella prima settimana: è il teatro più piccolo del mondo, quello della Concordia di Montecastello di Vibio (Perugia). Inoltre, quest’anno inizieremo ogni puntata con la rubrica “La buona notizia”; il martedì ospiteremo una grande signora della televisione, Enza Sampò (il suo spazio è chiamato “Indice di gradimento”) e il venerdì la mia gemella Licia Colò si occuperà di animali».
Scusi, ha detto “gemella”?
«Sì, ci chiamano tutti così, perché Licia e io siamo nate lo stesso giorno, mese ed anno, il 7 luglio 1962. Ma tranquilli: le novità non snatureranno “Cominciamo bene”, che rimarrà il contenitore garbato, attento all’attualità, al costume e ai problemi della gente che tutti conoscono. Resteranno anche le telefonate da casa e la possibilità di interagire con il televoto e gli sms».
Aprirete con «La buona notizia»: c’è qualcosa, in particolare, che vorrebbe annunciare?
«Sì, vorrei riferire qualcosa di bello che riguarda i bambini nei confronti dei quali mi pare ci sia sempre meno rispetto. L’ideale sarebbe poter dire che sono stati ritrovati i due fratellini pugliesi o che c’è stata una svolta nella storia della bambina bielorussa … vedremo. Di sicuro, però, non cadremo nella trappola della cosiddetta “tv del dolore”».
L’anno scorso lei protestò proprio contro la “televisione urlata”: a cosa si riferiva in particolare?
«A tutti quei programmi beceri che puntano solo all’ascolto. A tutti i costi».
E anche adesso non fa nomi?
«Posso dirle che non mi piacciono i reality; non ne condurrei mai uno. E poi sono troppi. Più in generale, mi sembra che stiamo perdendo di vista i contenuti. Io ho fatto tanta radio e lì il linguaggio conta. In televisione, invece, spesso è l’immagine a far da padrona. Io amo i programmi di servizio e gli approfondimenti: Michele Santoro, Giovanni Floris, Giuliano Ferrara. Nell’intrattenimento mi piace molto Milly Carlucci: ha un garbo impareggiabile».
Lei è giornalista, come suo padre e come suo marito, Claudio Rizza, del «Messaggero»: la sua vita non è un po’... noiosa?
«No, ma sono sempre passata al setaccio. Però ci sono abituata: da ragazza mio padre mi prendeva gli articoli che non andavano bene e me li stracciava sotto il naso. Siamo tutti un po’ ipercritici, ma non noiosi: lo sa che mio marito e io andiamo insieme a pescare? E poi mi appassionano le favole - che colleziono - e il calcio: sono una romanista sfegatata».