L'Angolo Dei Vini

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2020 21:29
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10/04/2007 20:28

Morellino di Scansano
Da buon toscana nn potevo nn parlarne!!


Parlando di Morellino di Scansano occorre fare delle distinzioni in base alle tipologie di vino prodotte, alle caratteristiche delle uve di partenza, al tipo di fermentazione e modalità di affinamento del vino. Sintetizzando possiamo avere due tipi di Morellino di scansano: Morellino di Scansano di annata e Morellino di Scansano da affinamento. Queste due tipologie derivano dall'applicazione di due tecniche viticole che valorizzano la materia prima. Il Morellino di Scansano di annata rappresenta la tradizione e si ottiene da vigneti che producono una discreta quantità di uva per ettaro. La vinificazione si basa sulla fermentazione mediante contatto con le bucce per 677 giorni. Alla fermentazione segue il travaso, il vino viene posto in recipienti di acciaio o in vasche di cemento vetrificato, meno frequentemente in botti di legno; successivamente viene imbottigliato per essere avviato al consumo.

Le caratteristiche principali del Morellino di Scansano di annata sono: colore rosso rubino, odore vinoso con note di fruttato (prevalgono marasca e ciliegia), buona freschezza e sapidità accompagnata da morbidezza o a volte da lieve tannicità. Normalmente conserva dette caratteristiche nell' arco di due, massimo tre anni.

In questo vino sono assenti le note di vaniglia o di speziato, tipiche del passaggio in legno. Il Morellino di Scansano da affinamento è ottenuto da uve che provengono dai vigneti situati nelle posizioni ottimali che producono una quantità contenuta di uva. Inoltre si utilizza solo l'uva che abbia raggiunto uno stato di maturazione ottimale della polpa, della buccia e dei vinaccioli.

La tecnica di fermentazione è molto simile a quella del Morellino di Scansano di annata con alcune modifiche nella fase di macerazione. Il travaso avviene in botti di legno, i tempi di affinamento in legno variano in funzione del grado di evoluzione che si vuole ottenere e di altre variabili, tuttavia generalmente il periodo di affinamento in legno del Morellino di Scansano può variare da 6 a 15 mesi (eccezionalmente anche 18-20 mesi), mentre in caso di qualificazione Riserva, il periodo deve essere obbligatoriamente di almeno 12 mesi.

L'evoluzione del vino è infine completata con un ulteriore affinamento in bottiglia, che varia da tre a sei mesi. Il Morellino di Scansano da affinamento ha un colore rosso intenso, che invecchiando tende al granato. L'aroma è fruttato come marasca, frutti rossi e prugna, possono inoltre essere presenti note di speziato e di vaniglia. Il sapore è asciutto, caldo, corposo, da leggermente tannico a morbido.

Grado alcolico 13%
05/05/2007 19:37

Re: Morellino di Scansano

Scritto da: Frida07 10/04/2007 20.28
Da buon toscana nn potevo nn parlarne!!


Parlando di Morellino di Scansano occorre fare delle distinzioni in base alle tipologie di vino prodotte, alle caratteristiche delle uve di partenza, al tipo di fermentazione e modalità di affinamento del vino. Sintetizzando possiamo avere due tipi di Morellino di scansano: Morellino di Scansano di annata e Morellino di Scansano da affinamento. Queste due tipologie derivano dall'applicazione di due tecniche viticole che valorizzano la materia prima. Il Morellino di Scansano di annata rappresenta la tradizione e si ottiene da vigneti che producono una discreta quantità di uva per ettaro. La vinificazione si basa sulla fermentazione mediante contatto con le bucce per 677 giorni. Alla fermentazione segue il travaso, il vino viene posto in recipienti di acciaio o in vasche di cemento vetrificato, meno frequentemente in botti di legno; successivamente viene imbottigliato per essere avviato al consumo.

Le caratteristiche principali del Morellino di Scansano di annata sono: colore rosso rubino, odore vinoso con note di fruttato (prevalgono marasca e ciliegia), buona freschezza e sapidità accompagnata da morbidezza o a volte da lieve tannicità. Normalmente conserva dette caratteristiche nell' arco di due, massimo tre anni.

In questo vino sono assenti le note di vaniglia o di speziato, tipiche del passaggio in legno. Il Morellino di Scansano da affinamento è ottenuto da uve che provengono dai vigneti situati nelle posizioni ottimali che producono una quantità contenuta di uva. Inoltre si utilizza solo l'uva che abbia raggiunto uno stato di maturazione ottimale della polpa, della buccia e dei vinaccioli.

La tecnica di fermentazione è molto simile a quella del Morellino di Scansano di annata con alcune modifiche nella fase di macerazione. Il travaso avviene in botti di legno, i tempi di affinamento in legno variano in funzione del grado di evoluzione che si vuole ottenere e di altre variabili, tuttavia generalmente il periodo di affinamento in legno del Morellino di Scansano può variare da 6 a 15 mesi (eccezionalmente anche 18-20 mesi), mentre in caso di qualificazione Riserva, il periodo deve essere obbligatoriamente di almeno 12 mesi.

L'evoluzione del vino è infine completata con un ulteriore affinamento in bottiglia, che varia da tre a sei mesi. Il Morellino di Scansano da affinamento ha un colore rosso intenso, che invecchiando tende al granato. L'aroma è fruttato come marasca, frutti rossi e prugna, possono inoltre essere presenti note di speziato e di vaniglia. Il sapore è asciutto, caldo, corposo, da leggermente tannico a morbido.

Grado alcolico 13%


finalmente anche questo vino viene considerato un pochetto....delizioso!


e...frida...vogliamo parlare del...TIGNANELLO????
11/05/2007 19:47

Eccoti servita madama!! Il TIGNANELLO
UVAGGIO:
85% Sangiovese, 10% Cabernet Sauvignon e 5% Cabernet Franc

Tignanello è prodotto esclusivamente dall'omonimo vigneto che si trova su un terreno di 47 ettari esposto a sud-ovest, di origine calcarea con elementi tufacei, ad un'altezza tra i 350 e i 400 metri s.l.m. presso la Tenuta di Tignanello. E' stato il primo Sangiovese ad essere affinato in barrique, il primo vino rosso moderno assemblato con varietà non tradizionali, quali il Cabernet, e tra i primi vini rossi nel Chianti a non usare uve bianche. Tignanello, in origine "Chianti Classico Riserva vigneto Tignanello" è stato vinificato per la prima volta da un unico vigneto con l'annata 1970, quando conteneva il 20% di Canaiolo e il 5% di Trebbiano e Malvasia, ed era affinato in piccole botti di rovere. Con l'annata 1971 è diventato vino da tavola di Toscana ed è stato chiamato Tignanello e con l'annata 1975 le uve bianche sono state totalmente eliminate. Dal 1982 la composizione è rimasta la stessa di quella attuale. Tignanello viene prodotto soltanto nelle annate migliori; non è stato prodotto nel 1972, 1973,1974, 1976, 1984 e 1992.

NOTE DEGUSTATIVE:
Colore rosso rubino intenso. Profumi d’incenso, chiodi di garofano e mirtilli, accompagnati da una lieve nota di aromi primari. In bocca è denso, fitto ed intenso con una trama strutturale complessa. Il vino è lungo e persistente ed escono, nel retrogusto, note di cioccolato, mirtilli e confettura di prugne. Il tannino del vino è ben disposto e crea un’ottima fusione con il tannino del legno, rendendo il vino ricco di complessità e di eleganza.

[Modificato da Frida07 11/05/2007 19.48]

13/05/2007 18:50

Re: Eccoti servita madama!! Il TIGNANELLO

Scritto da: Frida07 11/05/2007 19.47
UVAGGIO:
85% Sangiovese, 10% Cabernet Sauvignon e 5% Cabernet Franc

Tignanello è prodotto esclusivamente dall'omonimo vigneto che si trova su un terreno di 47 ettari esposto a sud-ovest, di origine calcarea con elementi tufacei, ad un'altezza tra i 350 e i 400 metri s.l.m. presso la Tenuta di Tignanello. E' stato il primo Sangiovese ad essere affinato in barrique, il primo vino rosso moderno assemblato con varietà non tradizionali, quali il Cabernet, e tra i primi vini rossi nel Chianti a non usare uve bianche. Tignanello, in origine "Chianti Classico Riserva vigneto Tignanello" è stato vinificato per la prima volta da un unico vigneto con l'annata 1970, quando conteneva il 20% di Canaiolo e il 5% di Trebbiano e Malvasia, ed era affinato in piccole botti di rovere. Con l'annata 1971 è diventato vino da tavola di Toscana ed è stato chiamato Tignanello e con l'annata 1975 le uve bianche sono state totalmente eliminate. Dal 1982 la composizione è rimasta la stessa di quella attuale. Tignanello viene prodotto soltanto nelle annate migliori; non è stato prodotto nel 1972, 1973,1974, 1976, 1984 e 1992.

NOTE DEGUSTATIVE:
Colore rosso rubino intenso. Profumi d’incenso, chiodi di garofano e mirtilli, accompagnati da una lieve nota di aromi primari. In bocca è denso, fitto ed intenso con una trama strutturale complessa. Il vino è lungo e persistente ed escono, nel retrogusto, note di cioccolato, mirtilli e confettura di prugne. Il tannino del vino è ben disposto e crea un’ottima fusione con il tannino del legno, rendendo il vino ricco di complessità e di eleganza.

[Modificato da Frida07 11/05/2007 19.48]


[SM=x44479] [SM=x44479] [SM=x44479] l'è bbonooooo ma bboooonoooooooo

te lo conosci???
13/05/2007 18:53

sagrantino di montefalco

Denominazione
Montefalco Sagrantino o Sagrantino di Montefalco
Categoria
D.O.C.G
Regione
Umbria
Descrizione
Questo vino di gran corpo prodotto con uve Sagrantino al 100 % ha ottenuto la D.O.C. nel 1979 e la D.O.C.G. dal 1992. È ottenuto da vigneti situati nelle zone collinari di alcuni comuni della provincia di Perugia tra cui Montefalco da cui deriva il nome.
Dal vitigno Sagrantino, coltivato da tempo immemorabile nelle colline del perugino, si ottengono due grandi vini, il Montefalco Sagrantino secco e il Montefalco Sagrantino passito. Il secco presenta un colore rosso rubino intenso, un profumo delicato con aromi che richiamano le more di rovo e un sapore asciutto e armonico. Con una gradazione minima di 13° e una grande ricchezza di polifenoli e tannini, richiede un lungo periodo di affinamento, prima in legno e poi in bottiglia. Si accompagna perfettamente con arrosti di carni rosse e selvaggina.
Il passito si ottiene tramite la raccolta di uve in stato di avanzata maturazione, successivamente appassite per circa due mesi. Dopo questa fase comincia il processo di vinificazione. Il vino così prodotto ha un colore tendente al granato e un sapore abboccato e corposo (la gradazione non è mai inferiore a 14,3°). Si serve come vino da fine pasto o da fuori pasto.

[SM=x44462]

19/05/2007 21:37

dolcetto d'alba
In Langa il vitigno più diffuso è certamente il Dolcetto, coltivato da tempi immemori sui costoni delle colline strappati con fatica dall’uomo attraverso secoli di dedizione.

Il vino che ne deriva ha diverse sfumature a seconda dei terreni e della altitudine di coltivazione.

E’ giustamente considerato il vino dell’amicizia da bere a pieni bicchieri e con il cuore in mano.

Ma prima del vino l’uva, di grande equilibrio gustativo, con la tradizione, un tempo, di venire in collina a metà settembre per vere e proprie “cure dell’uva”, una terapia indicata per i deboli di stomaco!

Il carattere è semplice e rustico con colore rosso rubino più o meno intenso in relazione alla tipologia dei terreni e profondi riflessi violacei, molto marcati; il profumo èvinoso e fragrante con invitanti sentori di fruttato nei quali si riconoscono la ciliegia e la prugna; il sapore èdecisamente secco e asciutto, di modesta acidità e amaro­gnolo delicato e invitante.

da fonte

da wikipedia invece :

Dolcetto d'Alba
Istituito con decreto del 16/07/1974
Gazzetta Ufficiale del 23/10/1974,
n 276
Resa (uva/ettaro) 90 q
Resa massima dell'uva 70,0%
Titolo alcolometrico naturale dell'uva 11,0%
Titolo alcolometrico minimo del vino 11,5%
Estratto secco netto minimo 22,0‰
Vitigni con cui è consentito produrlo
Dolcetto N. 100.0% -

[Modificato da la micia 19/05/2007 21.40]

23/05/2007 20:51

Sassicaia 2003
Qualche sera fa, mi trovavo ad una cena a cui si è pasteggiato esclusivamente con questo vino...na goduria!! [SM=x44486]

Quindi eccolo:

Uvaggio:
Il vino nasce da uve Cabernet Sauvignon 85% circa e Cabernet Franc 15% circa. Resa media per ettaro: q.li 45-50 di uva pari a hl 30-35 di vino. Potatura cordone speronato. Sesto di impianto di 3.500 viti per ha. per gli impianti anteriori al 1980 e 4.500-5.000 viti/ha. per quelli successivi.

Vinificazione:
Il sistema di allevamento e la bassissima resa di uva per ceppo, danno un prodotto sempre sano e ricco in zucchero, tannini, estratto ecc. La vinificazione avviene in tini di acciaio inox da 65 fino a 130 hl. con possibilità di condizionamento termico del processo fermentativo.

Grado alcolico:
12,5 (anche se quello che ho bevuto io ne aveva 14!)

Profumo:
Classico sentore erbaceo armonicamente arrotondato; profumi tipicamente di sottobosco o più precisamente di macchia Meditterranea, fino ai vari profumi terziari tipici dell'invecchiamento.

T° di servizio:
18° - 20°

Affinamento:
Il vino viene affinato in botti di rovere da 225lt. per 24 mesi e poi in bottiglia per lunghi periodi.

Sapore e abbinamenti:
Sapori intensi, come i prodotti della caccia, in particolar modo il piccione arrosto, i filetti alla bordolese, i formaggi dal sapore deciso.Consigliato anche il semplice abbinamento con con qualche gheriglio di noce e fungo porcino a crudo, condito solo con poche gocce di olio di oliva e qualche intensa erba aromatica dal profumo mediterraneo.


Se vede che mi piacciono i sapori intensi?!?! [SM=x44486]
24/05/2007 22:05

Re: Sassicaia 2003

Scritto da: Frida07 23/05/2007 20.51
Qualche sera fa, mi trovavo ad una cena a cui si è pasteggiato esclusivamente con questo vino...na goduria!! [SM=x44486]

Quindi eccolo:

Uvaggio:
Il vino nasce da uve Cabernet Sauvignon 85% circa e Cabernet Franc 15% circa. Resa media per ettaro: q.li 45-50 di uva pari a hl 30-35 di vino. Potatura cordone speronato. Sesto di impianto di 3.500 viti per ha. per gli impianti anteriori al 1980 e 4.500-5.000 viti/ha. per quelli successivi.

Vinificazione:
Il sistema di allevamento e la bassissima resa di uva per ceppo, danno un prodotto sempre sano e ricco in zucchero, tannini, estratto ecc. La vinificazione avviene in tini di acciaio inox da 65 fino a 130 hl. con possibilità di condizionamento termico del processo fermentativo.

Grado alcolico:
12,5 (anche se quello che ho bevuto io ne aveva 14!)

Profumo:
Classico sentore erbaceo armonicamente arrotondato; profumi tipicamente di sottobosco o più precisamente di macchia Meditterranea, fino ai vari profumi terziari tipici dell'invecchiamento.

T° di servizio:
18° - 20°

Affinamento:
Il vino viene affinato in botti di rovere da 225lt. per 24 mesi e poi in bottiglia per lunghi periodi.

Sapore e abbinamenti:
Sapori intensi, come i prodotti della caccia, in particolar modo il piccione arrosto, i filetti alla bordolese, i formaggi dal sapore deciso.Consigliato anche il semplice abbinamento con con qualche gheriglio di noce e fungo porcino a crudo, condito solo con poche gocce di olio di oliva e qualche intensa erba aromatica dal profumo mediterraneo.


Se vede che mi piacciono i sapori intensi?!?! [SM=x44486]

[SM=x44509] sippero' questo costa na folliaaaaaaaaaaaaaaaaaa
26/05/2007 15:40

nobile di montepulciano
Vino Nobile di Montepulciano
DOCG
Vino Nobile di Montepulciano
Istituito con decreto del 14/06/1989
Gazzetta Ufficiale del 04/11/1989,
n 258
Resa (uva/ettaro) 80 q
Resa massima dell'uva 70,0%
Titolo alcolometrico naturale dell'uva 12,0%
Titolo alcolometrico minimo del vino 12,5%
Estratto secco netto minimo 21,0‰
Vitigni con cui è consentito produrlo
Sangiovese: 70.0% - 80.0%
Canaiolo Nero: 10.0% - 20.0%

Il Vino Nobile di Montepulciano, all'atto dell'immissione al consumo, deve possedere le seguenti caratteristiche organolettiche:

colore: rubino tendente al granato con l'invecchiamento;
odore: profumo intenso, etereo, caratteristico;
sapore: asciutto, equilibrato e persistente, con possibile sentore di legno.

16/06/2007 16:55

carignano del sulcis
La Doc Carignano del Sulcis è prodotta nellestremità sud-occidentale della Sardegna, dove lomonimo vitigno, da cui questo vino deriva, pare abbia attecchito per la sua particolare resistenza ai venti ricchi di salsedine provenienti dal mare.
Non si hanno notizie certe sulla provenienza di questo vitigno; la più probabile lo vuole di origine spagnola, poi diffuso attraverso la Francia in Sardegna fino alla Tunisia.



Come si consuma

Il Carignano del Sulcis Rosso si abbina a pastasciutte con ragù di carne, carni in umido, provolone, salsiccia sarda e porchetta arrosto. Va degustato in calici ballon a una temperatura di 16-18°C.
Il Carignano del Sulcis Doc Rosato va abbinato ad antipasti a base di salumi, piatti di pasta conditi con pomodoro e formaggi, uova, zuppe di pesce e formaggio caprino. Il calice consigliato è quello di media capacità a tulipano ampio; la temperatura di 12-14°C.
La versione Passito, infine, è ottima se degustata con ricotta fritta, in calici di media capacità a tulipano, a una temperatura di 10-12°C.


Come si conserva

La conservazione di questi vini prevede che le bottiglie vadano tenute, coricate, in scaffalature di legno, perché questo materiale attutisce i colpi e le vibrazioni, e che vengano mantenute al buio, a temperatura costante fra 10 e 15°C e con unumidità intorno al 70-75%, in modo che il tappo non si asciughi.


Come si produce
La vinificazione del Carignano del Sulcis Doc Rosso prevede che le uve vengano pigiate e il mosto ottenuto messo a fermentare con la vinaccia. La temperatura che raggiunge la massa provoca la fermentazione tumultuosa, così definita in quanto il vino sembra bollire. La temperatura consente il passaggio delle sostanze polifenoliche dalle bucce al vino, che dopo breve tempo si colora. Luva viene pigiata e solfitata e poi destinata alle fasi di fermentazione e macerazione. Al termine avviene la svinatura, che permette la separazione delle bucce e dei vinaccioli dal mosto-vino. Questo viene sottoposto ai travasi, necessari a separare la frazione limpida dalla feccia e a eliminare altre eventuali sostanze solide. La fase finale del processo produttivo prevede laffinamento e linvecchiamento, la stabilizzazione e limbottigliamento.
Per la versione Rosato, come per la vinificazione della versione Rosso, dopo la pigiatura, il succo duva viene fatto fermentare a contatto con bucce e vinaccioli, ma per brevissimo tempo. Raggiunto il colore desiderato, la fermentazione del mosto procede come quella della vinificazione in bianco.
Il Carignano del Sulcis Doc Passito si ottiene applicando una tecnologia particolare che ne determina una gradazione alcolica elevata. Le uve vengono fatte appassire sulla pianta. Con lappassimento si ha unuva più zuccherina e maggiormente aromatica e ricca di estratti. Analogamente alla produzione di tutte le tipologie di vini passiti è necessario diraspare le uve, in quanto i raspi si presentano secchi e dunque in grado di assorbire quantità sensibili di alcol e conferire cattivi sapori. Occorre quindi procedere a una pigiatura soffice. Alla fase dellammostatura segue la fermentazione, che si blocca naturalmente al raggiungimento di unalta gradazione alcolica. Il vino così ottenuto viene affinato, stabilizzato e imbottigliato.



(da...naturalmente italiano)
26/06/2007 08:07

Ravello
Giardino di Klingsor Bianco

"Il profumo del magico giardino di Klingsor, trovato in Villa Rufolo da R. Wagner per il secondo atto del Parsifal, è tutto in questo vino.
Le Uve pregiate di Ravello (Falanghina e bancolella) offerte da questi vitigni delle soleggiate colline della costiera amalfitana, danno corpo a questo bianco doc.
bevuto freddo accompagna divinamente i migliori piatti di pesce ed è anche un ottimo aperitivo...


Da bersi solo ed esclusivamente in ottima compagnia
30/09/2007 20:54

Nero d'Avola (na favola!!)

Il nero d'avola è l'espressione di una particolare vite, autoctona della Sicilia.
Chiamato Calabrese o Calabrese d'Avola, il nero d'avola è una delle migliori uve siciliane.
Non si sa quando i vigneti coltivati a nero d'avola siano “sbarcati” sull'Isola; il nome sembrerebbe derivare dall'erronea traduzione del dialetto siciliano “calaurisi”, risultante dall'unione delle parole “calea” - ovvero uva - e “aulisi”- di Avola, borgo della provincia di Siracusa.
Un'ipotesi avanzata sul nome nero d'avola , rimanda all'accezione “cala-brese”, la cui origine sarebbe da contestualizzare in tempi molto remoti e da ricondurre a motivi commerciali.
In passato, infatti, gli esportatori di vini siciliani in Francia trovavano più facile venderli come vini calabresi, giacché i vini prodotti in questa regione godevano di una maggiore notorietà.

Il nero d'avola è coltivato principalmente ad alberello o a spalliera e da sempre rende uve ad alta gradazione zuccherina che consentono al vino che ne viene prodotto di arrivare con facilità ad oltre 15 gradi alcolici.

Alla degustazione il nero d'avola ha un colore rosso rubino intenso, brillante, vivace, con riflessi violacei, se giovane, o granati, dopo l'invecchiamento; l'aroma è complesso, con note di viola e spezie (liquirizia e chiodi di garofano); prugna secca, ciliegia, mora, ribes nero, lampone e cioccolato, cuoio e tabacco, sono alcune delle caratteristiche e dei principali sentori che caratterizzano i vini prodotti con nero d'avola .

Indicato per piatti a base di carni rosse, selvaggina da piuma e formaggi stagionati.


[SM=x44486]


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15/10/2007 09:41

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15/10/2007 09:42

Re: Nero d'Avola (na favola!!)
Frida07, 30/09/2007 20.54:


Il nero d'avola è l'espressione di una particolare vite, autoctona della Sicilia.
Chiamato Calabrese o Calabrese d'Avola, il nero d'avola è una delle migliori uve siciliane.
Non si sa quando i vigneti coltivati a nero d'avola siano “sbarcati” sull'Isola; il nome sembrerebbe derivare dall'erronea traduzione del dialetto siciliano “calaurisi”, risultante dall'unione delle parole “calea” - ovvero uva - e “aulisi”- di Avola, borgo della provincia di Siracusa.
Un'ipotesi avanzata sul nome nero d'avola , rimanda all'accezione “cala-brese”, la cui origine sarebbe da contestualizzare in tempi molto remoti e da ricondurre a motivi commerciali.
In passato, infatti, gli esportatori di vini siciliani in Francia trovavano più facile venderli come vini calabresi, giacché i vini prodotti in questa regione godevano di una maggiore notorietà.

Il nero d'avola è coltivato principalmente ad alberello o a spalliera e da sempre rende uve ad alta gradazione zuccherina che consentono al vino che ne viene prodotto di arrivare con facilità ad oltre 15 gradi alcolici.

Alla degustazione il nero d'avola ha un colore rosso rubino intenso, brillante, vivace, con riflessi violacei, se giovane, o granati, dopo l'invecchiamento; l'aroma è complesso, con note di viola e spezie (liquirizia e chiodi di garofano); prugna secca, ciliegia, mora, ribes nero, lampone e cioccolato, cuoio e tabacco, sono alcune delle caratteristiche e dei principali sentori che caratterizzano i vini prodotti con nero d'avola .

Indicato per piatti a base di carni rosse, selvaggina da piuma e formaggi stagionati.


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15/10/2007 09:43

Ottima la vostra conoscenza dei vini...devo dire che alcuni non li conoscevo...

Ma vini delle marche? niente?
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17/10/2007 12:45

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17/10/2007 12:46

VINO
IO PERSONALMENTE SONO UN GRANDE AMATORE DEL CLASSOCO VINO FATTO IN CASA; NE HO GUSTATI DI INCREDIBILI
07/11/2007 18:48

Capichera
E' prodotto con uve Vermentino vinificate in vasche di acciao inox e barriques.
Il vino ha colore giallo paglierino brillante con leggeri riflessi dorati; al naso colpisce la sua estrema franchezza e la sua calda finezza di profumi che si manifestano poco alla volta, com'è abitudine dei grandi vini. Lo spettro olfattivo s'apre lentamente come un ampio ventaglio. Si percepiscono il biancospino, la zagara, il glicine, il fiore del rosmarino, il timo e la banana. Nel finale olfattivo s'avvertono tracce minerali.
In bocca appare un vino complesso e avvolgente, caratterizzato da un grande equilibrio di sapori e aromi: è un continuo rincorrersi di dolce e acido, di ricordi fruttati di ananas e di agrumi.


Troppo buono buonizzimo... [SM=x44486] ..ah, questi sardi quante ne sanno!! [SM=x44452]
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Utente Power



Broccolo d'oro 2009
Finculina
14/11/2007 17:23

Re: Capichera
Frida07, 07/11/2007 18.48:

E' prodotto con uve Vermentino vinificate in vasche di acciao inox e barriques.
Il vino ha colore giallo paglierino brillante con leggeri riflessi dorati; al naso colpisce la sua estrema franchezza e la sua calda finezza di profumi che si manifestano poco alla volta, com'è abitudine dei grandi vini. Lo spettro olfattivo s'apre lentamente come un ampio ventaglio. Si percepiscono il biancospino, la zagara, il glicine, il fiore del rosmarino, il timo e la banana. Nel finale olfattivo s'avvertono tracce minerali.
In bocca appare un vino complesso e avvolgente, caratterizzato da un grande equilibrio di sapori e aromi: è un continuo rincorrersi di dolce e acido, di ricordi fruttati di ananas e di agrumi.


Troppo buono buonizzimo... [SM=x44486] ..ah, questi sardi quante ne sanno!! [SM=x44452]




molto buono,solo che e bianco,io se bevo vino bianco mi fa l'effetto di un'etto di coca [SM=x44452] [SM=x44452] [SM=x44452]


prova l'Assajé della stessa azienda [SM=x44458] [SM=x44458] [SM=x44458]


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"passo la notte buttando piatti per terra sperando che non si rompano"

"Nemmeno la luna è perfetta. E' piena di crateri. E il mare? Nemmeno lui! Troppo salato.
E il cielo? Sempre così infinito...Insomma, le cose più belle non sono perfette. Sono speciali"

io non sono mai stata perfetta
ho sempre dato il peggio di me
ma tu sei SEMPRE STATO il centro della mia vita
la prima cosa
e' stato bello...



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Briscola IperCafonica 2012
24/11/2007 00:53



Una bottiglia di Porto Livadia del 1891
donata allo Zar Nicola II.
La bottiglia va all'asta a Londra e il prezzo atteso è fra i 3mila e i 4mila euro (Ap)

[SM=x44501]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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Self-Shoot VIP ( Selfie ) (1474 messaggi, agg.: 08/06/2023 16:00)

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