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11 novembre, 19:23

di Stefano Rottigni

MILANO - Non ha retto ai calci, ai pugni, alle ginocchiate alla testa. A un mese dal brutale pestaggio subito mentre cercava di scusarsi dopo aver investito un cane con il suo taxi, al quartiere Stadera, zona ad altro tasso di criminalità, alla periferia sud di Milano, il cuore del taxista Luca Massari, 45 anni, ha ceduto. E per la Procura è Luca è stato ucciso volontariamente. Alle 11.15, nel reparto di Neurologia dell'ospedale Fatebenefratelli, è morto per arresto cardiaco, causato, però, dalle lesioni al capo che l'uomo aveva subìto per le botte dategli da Morris Michael Ciavarella, 31 anni, e dai fratelli Piero e Stefania Citterio, 26 e 28 anni che ora si trovano in carcere con l'accusa non più di tentato omicidio ma di omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Ciavarella, dopo il fermo, raccontò al pm Tiziana Siciliano di aver picchiato il taxista perché gli "aveva fatto venire i nervi", Piero Citterio aveva detto di averlo colpito a lungo allo stomaco e al torace. Per i tre il pm chiederà una nuova misura cautelare per il reato più grave.

I fratelli Citterio sono indagati anche per le minacce rivolte ad alcuni testimoni del quartiere ai quali, perché stessero zitti, era anche stata bruciata la macchina. Piero Citterio nei giorni scorsi è stato interrogato anche in relazione all'incendio, che ha confessato, ed è anche accusato di aver picchiato un fotografo, poche ore prima di essere arrestato. Massari da quel giorno non aveva più ripreso conoscenza, dopo che i tre si erano accaniti su di lui perché, inavvertitamente, aveva investito e ucciso il cane della fidanzata di Ciavarella, un cocker che vagava senza guinzaglio per strada. Il taxista era stato colpito a calci e pugni tanto che aveva lesioni alla milza e i denti rotti, ma a causarne la morte è stata con tutta probabilità una ginocchiata rifilatagli con brutalità alla testa e che l'aveva fatto crollare a terra, facendogli battere la nuca.

Oggi Massari è morto e ai medici del Fatebenefratelli non resta che spiegare che le sue condizioni erano "disperate fin dall'inizio", che aveva una "patologia cerebrale molto grave" e "funzioni cerebrali praticamente nulle". Due giorni fa aveva cominciato a respirare autonomamente ed era stato portato dal reparto di rianimazione a quello di neurologia ma le sue condizioni non erano migliorate e non aveva mai ripreso conoscenza. Non sarà possibile nemmeno espiantare i suoi organi, come invece concesso dalla famiglia, perché il loro stato era troppo compromesso. La salma del taxista sarà cremata, dopo l'autopsia. Per uno dei difensori dei tre, Carlo Maffeis, pur "nel rispetto della persona morta e dei suoi familiari", la qualificazione giuridica corretta di ciò che è accaduto è quella di omicidio preterintenzionale e non di omicidio volontario". Risponde il legale della famiglia Massari, Cristiana Totis: "Colpire in tre, senza fermarsi e colpire organi vitali è indice di una volontà omicidiaria, almeno sotto il profilo del dolo eventuale". Picchiando selvaggiamente il taxista, quindi, i tre sarebbero rimasti indifferenti alla possibilità che potesse morire.

(Ansa.it)
[Modificato da macallan 11/11/2010 20:25]